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Nazareno Rocchetti

Nazareno Rocchetti, detto “Rocky” dai suoi amici e collaboratori, nasce ad Imbrecciata di Filottrano (AN) il 6 gennaio 1947. Il padre Vitaliano Rocchetti detto Giulio era spaccalegna e suonatore di organetto “a passaggio di tono”, la madre, Massimina Sabbatini, casalinga e operatrice nei vigneti di Aiazzone. Di cinque anni più grande il fratello Cesare, allora seminarista.

Inizia la sua carriera di massaggiatore (e non di fisioterapista come tiene a specificare in numerose interviste Nazareno stesso e così come dice la targa posta all’ingresso della sua casa cingolana) nel 1964 quando entra nell’Arma dei Carabinieri (terzo su tre al concorso a cui parteciparono in cinquemila) a soli diciassette anni; già due anni dopo fa parte dell’organico nella Nazionale Italiana di Atletica Leggera.

Nel 1967 segue Nino Benvenuti al Madison Square Garden di New York durante l’incontro con Ertile Griffith che corona il pugile italiano come campione mondiale dei pesi medi; l’artista custodisce gelosamente a ricordo di quella serata la maglietta con il quale asciugò il pugile italiano.

É con Pietro Mennea nel 1979 a Città del Messico quando batte il record dei 200 metri piani (record del mondo superato solo nel 1996, ben diciassette anni dopo). Accompagna Sara Simeoni sia alle Olimpiadi di Montreal del ’76 che a quelle di Mosca dell’80 dove vince l’oro nel salto in alto.

Tra il 1982 e il 1987 è il massaggiatore di Sebastian Coe, atleta inglese più volte record mondiale negli 800 e nei 1500 metri piani.

Nel 1984 è nello staff di Gabriella Dorio alle Olimpiadi di Los Angeles, vincitrice dei 1500 metri. Fu Rocchetti stesso a sollevare al cielo il maratoneta Gelindo Bordin dopo la sua vittoria nei 1988 alle Olimpiadi di Seul.

Nel 2006 passano sotto le sue mani l’ex sciatore Alberto Tomba e Ulderico Lambertucci. Quest’ultimo con 70-80 km di corsa al giorno raggiunse Pechino partendo da Treia (MC) ad inizio anno.

Più recentemente ha seguito le campionesse del fioretto, marchigiana doc: Giovanna Trillini e Valentina Vezzali; nonché il “signore degli anelli” Jury Chechi fino al suo ritiro nel 2004.

La sua carriera artistica, invece, si sviluppa tardi, a ben 54 anni, nel 1999. Inizia come scultore modellando l’argilla, materiale che ben gli ricorda le manipolazioni che fa ai “suoi atleti”. Con il tempo passa a materie più impegnative quale il legno (soprattutto quello di ulivo di cui il suo giardino è ricco) e la pietra, che sbozza alla “maniera del togliere” di uno dei più grandi artisti rinascimentali come Michelangelo Buonarroti.

Nel 2000 fondamentale per la sua arte è l’incontro con il pittore spagnolo José Guevara. Incontro legato alla prima attività di Rocchetti, cioè quella di massaggiatore. Guevara affetto da una forte lombo-sciatalgia viene portato a casa di Rocchetti dal professore e critico d’arte Armando Ginesi e dall’artista Ivo Batocco. Da questa “seduta di massaggio” nascerà una profonda collaborazione e amicizia che legherà i due artisti negli anni a venire fino alla scomparsa del maestro spagnolo avvenuta nel 2010.

Nel 2002 partecipa a Sipario d’Estate, festival organizzato dall’assessore ai Beni e Attività Culturali di Pesaro con la collocazione di una sua opera scultorea a Cerasa di San Costanzo (PU).

La prima mostra in coppia con l’artista spagnolo, José Guevara, è della fine dei 2002 presso il Centro Congressi Cassara di Treia (MC) con introduzione del critico Armando Ginesi e intitolata “I segni della forza”. A questa mostra ne segue un’altra nel 2003 a Tolentino (MC) con il titolo “Segni, forme e colori” sempre con presentazione di Armando Ginesi. Entrambe mettono la pittura di José Guevara a confronto con le sculture di Nazareno Rocchetti.

Nel 2004, su rischeista del critico Armando Ginesi, crea la scultura “La Mano. Ai martiri di Nassirya e del mondo” esposta alla terza edizione del Parco delle Pietre Vive di Cingoli (MC) su finanziamento dei coniugi Calamante. L’iniziativa era volta ad arricchire il territorio di Cingoli con opere scultoree di artisti marchigiani. Il sottotitolo fu proposto dallo stesso Ginesi dopo aver riflettuto sul significato emblematico della scultura.

Nel 2005 il frate francescano Giancarlo Mandolini, su un’idea di Armando Ginesi e con la collaborazione di Leo Strozzieri, inaugura, a Falconara Marittima (AN), alla presenza dell’allora Ministro Generale dell’Ordine dei Frati Minori José Rodrìguez Carballo, la prima Pinacoteca Internazionale d’Arte Contemporanea Francescana al mondo. Per la prima volta, in un unico luogo, vengono raccolte opere a tema francescano, create appositamente per questo museo da artisti marchigiani, italiani e stranieri. Nazareno Rocchetti realizza per I’ iniziativa ben due opere scultoree in terracotta dipinta. Due versioni di San Francesco (l’una del 2003 e l’altra del 2004) che ritraggono due momenti di vita del santo: la gioventù con i primi momenti di costituzione dell’Ordine e la maturità del santo francescano.

La prima mostra personale interamente dedicata alle opere pittoriche di Nazareno Rocchetti si svolge nel 2006 presso gli Antichi Forni di Macerata, con testi critici di Armando Ginesi e di Victor De Circasia. Lo scultore Rocchetti segue le orme dell’artista spagnolo Josè Guevara e, dopo un attento studio delle opere del grande maestro, si cimenta anche lui con la tecnica definita “éleo por combustiòn del pigmento”, cioè pittura attraverso la bruciatura del colore, creando opere astratte dove il colore la fa da padrone. A luglio dello stesso anno partecipa al “Gran Galà della moda” presso Villa Conio a San Severino Marche (MC) donando in diretta tv una sua scultura alla presentatrice Adriana Volpe.

Protagonista, sempre nel 2006, è un’altra opera di Nazareno Rocchetti donata alla famosa cantante statunitense Gloria Gaynor, ospite al Teatro delle Muse di Ancona in occasione del cinquantesimo anniversario dell’azienda Sielpa srl. A fine 2006 espone le sue opere nella mostra “Il fuoco dell’anima” ospitata presso le sale dell’aeroporto Raffaello Sanzio di Falconara Marittima (AN).

Nel 2007 partecipa alla mostra dedicata al 30° anniversario del Tomaificio Piergiacomi Anna di Urbisaglia (MC), esposta per diversi mesi nella sede stessa dell’azienda e con testi critici di Alvaro Valentini.

Nello stesso anno è nominato Cavaliere all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

A partire da questo periodo il percorso artistico di Nazareno Rocchetti si orienta sempre più verso la pittura. Per questo motivo le mostre incominciano a soffermarsi proprio su tale disciplina, come quella del gennaio-febbraio 2008, presso l’Hotel Enterprise dì Milano e intitolata “I segni del fuoco” presentata con testo critico di Armando Ginesi.

Dello stesso anno è la mostra curata da Daniela Simoni presso il Teatro delle Alpi di Porto Sant’Elpidio (FM) dal titolo: “Il fuoco dell’arte, ovvero l’arte del fuoco” e come filo conduttore delle opere esposte: l’informale espresso con la tecnica dei fuoco.

A giugno 2008 espone alla Palazzina Azzurra di San Benedetto del Tronto (AP) con una mostra personale intitolata “Fuoco e fiori” con testo critico di Lucia Mosca; quindici quadri pittorici esposti ed introdotti da un’imponente scultura lignea posta all’ingresso, avente il titolo “Uomo mela”. A luglio dello stesso anno gli viene conferito il Premio “Marchigiani dell’Anno” organizzato dall’Accademia Nazionale di Storia e Cultura Marchigiana ed arrivato alla sua diciannovesima edizione.

L’artista sente il bisogno di tornare all’arte figurativa, sviluppata con soggetti dedicati alla donna e alla mela. Ed è proprio questo il titolo della mostra del 2009 con testo critico di Armando Ginesi e ospitata nel Palazzo Servanzi-Confidati di San Severino Marche (MC). Protagoniste: donne dal collo lungo (che rimandano al Parmigianino e a Modigliani), su sfondi policromi, che sorreggono melle sulle loro teste quando non sono le mele stesse a sostituire i volti delle donne in questione. Tema sviluppato anche con opere scultoree in legno. Continua la carrellata di conoscenze vip per Nazareno Rocchetti che nel 2009 va in visita all’attrice Manuela Arcuri nella sua abitazione romana, facendole dono di una sua piccola scultura.

Nel 2010 (precisamente ad aprile) si inaugura la mostra “Sensibili Inganni” presentata da Daniela Simoni a Villa Baruchello a Porto Sant’Elpidio (FM).

Nel maggio dello stesso anno viene invitato dal critico Armando Ginesi a collaborare all’iniziativa di Pievetorina (MC) dedicata a Gianni Rodari e intitolata “Spazio della fantasia”: opere d’arte ispirate e dedicate all’artista piemontese. Nazareno partecipa con un’opera scultorea di grandi dimensioni “La cicala e la formica” posta nel parco dedicato a Rodari.

In occasione della premiazione dell’attrice e conduttrice televisiva russa Natasha Stefanenko nella XXI edizione de “I marchigiani dell’anno-Beniamino Gigli”, svoltasi a Portonovo nell’agosto del 2010, alla stessa assegnata una scultura in bronzo intitolata “Maternità”, realizzata da Rocchetti appositamente per la show-girl sua amica. Sempre nel 2010, in occasione della V “Giornata per la salvaguardia del Creato” celebrata dal vescovo di Macerata mons. Giuliodori, viene collocata la grande scultura “Il Cristo delle Marche”, posta sopra un masso di pietra bianchissima donato dalla famiglia Menghi con la collaborazione di Franco Capponi e Giorgio Giorgi, presso la Domus San Bonfilio in località Avenale di Cingoli (MC).

 Nel 2011 partecipa all’iniziativa della Diocesi di Jesi “Biblia Pauperum”. Rassegna d’arte per la Bibbia a cura di Armando Ginesi e Vittorio Magnanelli, esposta nel Museo Diocesaneo jesino, con l’opera “Chi mangia questo pane vivrà in eterno”, scultura in bronzo raffigurante il Cristo.

Nello stesso anno espone nel Museo Bellini di Firenze con una mostra intitolata “La donna e il fuoco” (testi di Luigi Bellini e Armando Ginesi) con opere pittoriche di diverse tematiche tra le quali: l’astratto, i fiori, le donne e le mele. La mostra ha avuto come testimonial l’attore Neri Marcorè, caro amico di Rocchetti ed ha visto presenti all’inaugurazione atleti quali: Gelindo Bordin e Juri Chechi.

Il 2011 è un anno molto proficuo per l’artista. Viene inaugurato il monumento realizzato dal Rocchetti alla memoria del maresciallo Luigi D’Andrea nel distaccamento della Polizia Stradale di Camerino; viene posta nella Frazione Cantalupo di Fílottrano la sua scultura in bronzo “Cristo e il lupo”. Infine viene esposto alla Scuoia Media di Filottrano il Busto Beltrami (il volto del celebre viaggiatore è tratto dal quadro di Enrico Sturi del 1860, ospitato all’Accademia Carrara di Bergamo).

Nel marzo 2012 partecipa alla collettiva d’arte “Cinque Artisti per Cuba” con testi critici di Fabio Ciceroni.

Il 16 Maggio 2012 presso la Sala della Protomoteca del Campidoglio a Roma gli viene consegnato il premio “Marchigiano dell’Anno 2011” per i suoi meriti come pittore e scultore marchigiano; nella stessa edizione viene premiato anche il critico Vittorio Sgarbi per le sue numerose attività culturali nella regione.

Nei giugno 2012 Rocchetti viene invitato a decorare con ben otto suoi quadri di notevoli dimensioni la tenda dello sceicco Mohammed AI Maktoum, ospite dell’iniziativa “Marche Endurance Lifestyle”. Tema dei quadri: il cavallo, a cui lo sceicco è molto legato. La generosità di Rocchetti non si è fatta attendere, alla partenza dello sceicco, l’artista gli ha donato una delle opere esposte. Riconoscente Al Maktoum ha proposto all’artista marchigiano di esporre a Dubai l’anno successivo ma l’iniziativa non è andata a buon fine. Nello stesso anno viene inaugurato il monumento al carabiniere Euro Tarsilli a Belvedere Ostrense (AN) donato dall’artista alla città.

Sempre per beneficenza partecipa nel novembre 2012 con il suo amico Neri Marcorè, al calendario per raccogliere fondi per i bambini affetti da epidermolisi bollosa, anche detti “bambini farfalla” dalla condizione di estrema fragilità a cui li porta la malattia. Rocchetti ha contribuito alla raccolta fondi anche donando una sua opera alla causa.

A fine 2012 Rocchetti espone nel reparto di Oncologia dell’Ospedale di Macerata. Nello stesso periodo l’artista crea “Picchio d’oro” scultura premio donata in occasione dell’ottava Giornata delle Marche dedicata in questa occasione agli atleti marchigiani presenti alle Olimpiadi e alle Paraolimpiadi di Londra.

A cinque anni dalla prima onorificenza, l’artista è nominato Ufficiale all’Ordine al Merito della Repubblica Italiana.

Nel 2013 Rocchetti ha una sua mostra personale nella Galleria d’Arte “L’incontro” di Piazza del Plebiscito (anche comunemente chiamata “del Papa “) in Ancona. Nello stesso anno don un busto in argilla dipinta raffigurante il Papa Giovanni Paolo II al Centro Giovanni Paolo II di Montorso di Loreto (AN).

Mentre nel 2014 dona una sua scultura in legno d’ulivo all’amico e critico d’arte Armando Ginesi che viene collocata tra le opere plastiche della sua collezione all’aperto nell’ampio giardino della sua residenza.

Nel luglio dello stesso anno partecipa da spettatore al concerto dell’Orchestra Italiana di Renzo Arbore, presso lo Sferisterio di Macerata e in occasione dell’evento dona all’artista foggiano una sua scultura in bronzo.

Nello stesso mese si dedica, con l’aiuto critico di Armando Ginesi, all’iniziativa “I sogni nel prato”. Un’esposizione di sculture “oniriche” in pietra e in legno d’ulivo sul prato della sua casa di Grottaccia di Cingoli. Nel novembre 2014 partecipa, presso l’outlet Area T di Tolentino (MC), all’evento: “Donne, Arte e Moda”, esponendo diverse suo opere negli spazi del punto vendita di Tombolini.

L’artista Rocchetti è vincitore nel 2015 del prestigioso Premio Internazionale Cartagine (un ponte di cultura tra i popoli che si affacciano sul Mediterraneo) che per la prima volta è stato ospite delle Marche e in particolare del Comune di Tolentino presso il ben conservato Castello della Rancia. Dopo l’iniziativa “I sogni nel prato” dell’anno precedente, quello stesso prato fa da scenario suggestivo, nel settembre del 2015, al concerto acustico “I Suoni nel Prato dei Sogni” a cura di Armando Ginesi e con Neri Marcorè e Domenica Mariorenzi agli strumenti.

A CURA DI VALENTINA RUANI

Josè Guevara

OMAGGIO

MAESTRO DEL FUOCO

Josè Guevara nasce in Spagna a Pueplo di Guzman (Heulva) nel 1926. Compie studi economici ed artistici. Per ragioni politiche emigra durante il franchismo, nell’America Meridionale dove conosce le poetiche informali importate dall’Europa. Nell’1953 scopre a Montevideo una tecnica di bruciatura del colore che segna definitivamente la sua evoluzione stilistica, facendone uno dei più originali esponenti dell’informalismo materico mondiale. A partire dal 1958 incomincia ad esporre, sia presso musei pubblici che gallerie private, in vari paesi del mondo, stabilisce la sua residenza in Francia (dapprima a Parigi poi a Seaux) fino alla caduta della dittatura franchista, dopo di che rientra a Madrid. Partecipa, inviato, alle biennali internazionali d’arte più importanti del mondo (Venezia, San Paolo del Brasile, Parigi, Alessandria d’Egitto). A Partire dalla metà degli anni ’60 abbandona gradualmente l’astrattismo a favore di una forma di espressionismo sempre debitore dell’informale, più consona alla tecnica della bruciatura del calore. Realizza effetti di trasparenza, scintillio, corrugamento e cristallazzizione del pigmento cromatico, con velature di diverso spessore e fluidità che da vitaa tematiche figurative di vario genere, prime fra tutte le corride. Ha esposto in Spagna, Italia, Argentina, Germania, Stati Uniti, Iraq, Panama, Libano, Cuba, Lussemburgo, Francia Giappone e Cina. Sue opere sono ospitate presso i musei di Madrid, Heulva, Melbourne, Gasden, Menphis, Bagdad, Buenos Aries, Montevideo, Jesi, Panama, Parigi, Siviglia,Macerata, Cordoba, Zamora, Murcia, Palermo, Pollenza, Dallas, Rio de Janeiro, Roma, Londra, Amsterdam, Pechino.